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sabato 27 maggio 2017

Non capisci niente, quindi taci -



Non si deve più parlare, o scrivere. Se esprimi un'opinione in base a quanto sai, a quanto ti è stato concesso di apprendere, in base alle proprie esperienze, in base ai propri studi o non studi, vieni subito tacciato di sfascismo. Sembra che se non sei in accordo con le indicazioni di massa, non puoi permetterti di esprimere un pensiero diverso. Sembra che ci sia una sorta di censura dettata da chi ne sa di più, che sono coloro i quali è stata consegnata la nuova religione, quella che solo un esperto qualificato, un esperto qualificato da altri qualificati, che a loro volta sono stati qualificati da altri qualificati, abbiano il diritto di stabilire che cosa tu, ignorante, devi fare o pensare. Così, ti viene detto chiaramente che non capisci niente, quindi taci.
Se non sei un laureato in vaccinologia non ti puoi permettere di dire che i vaccini sono troppi e che, forse, fanno male al bambino, non capisci niente, quindi taci.
Se l'economia va male e non hai studiato alla bocconi non puoi parlarne, perché non capisci niente, quindi taci.
Se la guerra non ti va, è inutile che ne parli, non sei un militare esperto, non capisci niente, quindi taci.
Se la politica in Italia va male, non è perché va male, ma perché tu non sei un politico e non capisci niente, quindi taci.
Se i ponti crollano appena sono stati collaudati, non è perché sono stati fatti male, ma perché il progetto era così, non sei un ingegnere, non capisci niente, quindi taci.
Se ti sembra che c'è un'invasione di extracomunitari, è perché non sei un extracomunitario, gli esperti ci dicono che nei loro paesi ce ne sono molti di più, non sei un sociologo, non capisci niente, quindi taci.
Se il presidente degli stati uniti ti piace o non ti piace, non sei un americano e non puoi nemmeno parlarne, non capisci niente, quindi taci.
Se l'euro ti sembra che non funzioni, non sei un economista, non sai niente di alta finanza, non capisci niente, quindi taci.
Se il terrorismo ti spaventa, è perché non puoi capire quanto sia necessario, non sei un esperto terrorista, non capisci niente, quindi taci.
Se piove, governo ladro, ma non sai quanto soffra il governo sotto la pioggia, non capisci niente, quindi taci.
Il silenzio è d'oro, ma se oro non ne hai, non è colpa dei minatori, ma è tua perché non sai minare, non capisci niente, quindi taci.

E si può proseguire, fino a cancellare i bar, dove più o meno ogni giorno, ci sono persone che si incontrano e discutono sul mondo e sui suoi problemi. Si possono cancellare le riunioni di più di due persone, così si evita che si spargano false informazioni che non provengono da questi qualificati. Si possono eliminare i muretti dove si incontrano i ragazzi, così possono rimanere in casa a giocare con i videogame senza rischiare che se si incontrano, magari, cominciano a parlare di cose in cui non sono esperti. Si possono cancellare anche le cene con gli amici, perché quegli incontri sono davvero pericolosi, si rischia che magari si parli di politica. E già che ci siamo, cancelliamo anche la possibilità che qualcuno possa farsi delle domande, che è il massimo del pericolo, perché potrebbe anche trovare qualche risposta corretta, anche se senza qualifica.

giovedì 25 maggio 2017

Perché vuoi perderti tutto questo?



A volte, quando sembra che il tempo abbia tempo, alcuni si dilettano a dissertare sulla vita, sull'esistenza, sul perché siamo qui e sul chi siamo.
Generalmente ci si sforza di dare le risposte che appaiono più eclatanti, più potenti, più interiori possibili, cercando di dimostrare che sì, sappiamo bene di che cosa si stia parlando.
Ma la realtà, quella realtà che viviamo giornalmente, non è proprio quella di cui tentiamo di parlare. La realtà si evidenzia in tutta la sua nudità e in tutta la sua pesantezza, dimostrandoci che un conto è quanto vorremmo, un altro è quelle che è.
E allora che cos'è la nostra vita?
Senza scendere in differenze, che comunque ci sono, la vita è un flusso di cose da fare già predisposte da altri. Specialmente nell'età della crescita.
Asilo, scuole elementari e medie, licei, università, per chi può.
Il percorso consiste nel tenere le persone sempre sotto controllo, sempre impegnate in qualcosa che gli si deve dimostrare quanto sia importante che eseguano con tutte le loro forze.
Così si parte per il grande viaggio, che grande non è e che forse, non è nemmeno un viaggio.
Con questo non voglio criticare o abolire le scuole, che comunque sono sempre un importante sistema per apprendere, ma voglio evidenziare che cresciamo imprigionati in un sistema che ci fa fare quello che altri hanno deciso per noi.
Ogni Nazione ha una sua religione da seguire, un governo da seguire, delle leggi da rispettare, dei regolamenti da mantenere, dei modi di vivere da tramandare ai posteri.
Quando qualcuno si stacca da queste regole, diventa fuori legge, fuori regole, il più delle volte, malato.
Non sto parlando di chi può far del male a qualcun altro, sto parlando semplicemente di chi non accetta di sentirsi imprigionato in questi schemi e cerca un altro modo di vivere.
Non è consentito.
Non è consentito vivere per proprio conto senza dover rendere conto allo Stato. Devi dimostrare sempre qualcosa, a cominciare da chi sei, dove sei nato, perché vivi in una baracca su una montagna, che cosa hai da nascondere e così via.
Non è consentito non avere documenti che dichiarino chi sei, non è consentito vivere senza ricevere bollette, senza ricevere la scheda elettorale, senza avere il medico di base, senza sapere quali sono i nomi dei tuoi governanti.
Devi sempre essere controllato, sempre essere presente a chi di te, non gliene frega niente. Nel momento in cui ti allontani da queste regole, ecco che si ricordano di te, ma solo perché potresti creare un precedente che potrebbe essere imitato.
Così, ti invitano anche a scegliere chi votare. Liberamente, tra destra e sinistra. Addirittura, ti propongono anche una terza via alternativa, e se non ti va bene nemmeno questo, ci sarà anche il partitino che farà per te, ma per favore, resta con noi, per sempre.
Siamo una grande famiglia. Tutti assieme appassionatamente verso un radioso futuro.
Avremo più soldi, più libertà, ma prima dobbiamo eliminare il Male, avremo più salute, più vaccini, meno ospedali, che se vacciniamo i bambini prima di nascere, non serviranno più, ci sarà meno lavoro per tutti, sempre meno lavoro, e così potremo stare in ferie per mesi e mesi e tutti assieme appassionatamente, staremo a sentire quanto è bravo l'ultimo politico di moda.
Un mondo meraviglioso, un mondo fatto apposta per te.
Perché vuoi perderti tutto questo?


venerdì 19 maggio 2017

Fluorsid - Stanno diventando maggioranza



Un paio di giorni fa, in  Sardegna, è scoppiato lo scandalo della Fluorsid, un'azienda che produce acido fluoridrico per l'industria dell'alluminio. Sette arresti e un paio ai domiciliari.
Il fluoro prodotto da questa azienda è diffuso nell'aria perché non vengono utilizzati sistemi di protezione, e pur essendo tossico, si è scelto di eliminare gli scarti sotterrandoli, buttandoli in un laghetto, farli scorrere fino al mare.
Uno scandalo.
Uno dei tanti però.
A guardare le cronache pare che sia la regola di tantissime aziende in tutta Italia.
Per qualche verso, il sistema di controllo non funziona. O manca qualcosa nella legislazione, e nessuno provvede a inserirla, oppure si chiude prima un occhio e poi l'altro.
L'importante, come dice uno degli arrestati, è produrre, produrre, produrre.
Se poi ci scappano i morti, si farà in modo di dimostrare che non è colpa loro, ma è colpa di chi è morto perché , magari, non ci faceva niente vicino alla loro fabbrica.
Il caso è venuto alla luce perché molte pecore, si sono ammalate, mostrando una crescita abnorme dei denti, fino a impedirgli di nutrirsi e farle morire di stenti.
Non ci sono stati, che io sappia, analisi di nessun tipo nella zona di Macchiareddu o di Assemini, per verificare se anche gli esseri umani abbiano presentato problemi gravi, ma se colpisce gli animali, sicuramente l'uomo non ne è passato indenne.
Il lavoro è scarso, e la gente accetta ogni tipo di ricatto pur di portare a casa qualcosa.
Ma qui in Sardegna, dobbiamo tutto questo alla mania anni sessanta e settanta, di creare industrie a ogni costo, facendo in modo che una cultura millenaria, fatta di pastori e agricoltori, andasse distrutta.
Politici lungimiranti che offrivano un grande futuro per tutti i sardi, ma che si sono ben guardati dal dire che questo futuro era grande soltanto nella sofferenza.
L'industria, forse, potrebbe essere anche pulita, controllata, gestita in maniera da non distruggere, ma a quanto pare, costa meno distruggere che gestire umanamente.
Naturalmente, i nostri politici non ne sapevano niente.
Gli uffici preposti ai controlli non ne sapevano niente.
Le ASL non ne sapevano niente.
Nessuno ne sapeva niente, mentre adesso sono tutti pronti a condannare l'azienda criminale.
Ma i criminali non sono solo quelli che hanno fatto il danno, i criminali sono anche quelli che lo permettono, stando in silenzio.
E' terribile che ci siano persone che non abbiano più alcuna umanità.
E nel mondo, stanno diventando maggioranza.

Fluorsid - Fino a 3000 volte sopra il limite -

giovedì 18 maggio 2017

Pensandoli arretrati -



Il senso di aiuto, oggi, è diverso da quello di un tempo. Probabilmente, con le informazioni che oggi abbiamo, siamo quasi certi di saperne parecchio di più su noi stessi. Questo ci porta però, a pensare che quelli di ieri non sapessero nulla o quasi. Non è proprio così. Ogni tempo ha le cose che riesce a ottenere nel suo tempo, e questo è quanto si riesce ad attuare in quel tempo. Se pensiamo che oggi abbiamo montagne di medicine che in altri tempi non c'erano ci rendiamo conto che oggi non siamo poi tanto migliori, ma che abbiamo ancora più bisogno di tantissime cose per sentirci al sicuro.
Creiamo medicine nuove quasi ogni giorno, in modo che possiamo attingere a ogni cosa che ci possa servire per non ammalarci o per guarire.
E allora, ieri, come facevano?
Penso che ieri, la malattia e la morte non fossero proprio un pensiero fisso della gente, ma che il pensiero dominante fosse il lavoro.
Tutti pensavano che fosse necessario lavorare ogni giorno per tirare avanti. Non si aveva tempo di pensare alle malattie, alle medicine, al benessere inteso come lo si intende oggi. Le cose più importanti erano altre, erano appunto, la sopravvivenza. Così siamo portati a pensare che si vivesse in condizioni pessime, costretti a lavorare per vivere, a lavorare proprio per il cibo, per il sostentamento necessario, per la propria famiglia.
Eppure, sappiamo che la vita era vita, che la famiglia era importante, che la vita sociale era molto più vissuta di oggi. I rapporti sociali non erano solo un momento di unione, ma erano anche un modo per mantenersi in contatto, per prendere accordi sulle cose da fare, erano i momenti in cui ci si metteva d'accordo per aiutarsi a vicenda nelle faccende dell'agricoltura. Il sociale non era una scelta di amicizie, ma una scelta di necessità. Questo portava anche s smorzare liti, invidie, problemi di ogni tipo perché ognuno aveva bisogno dell'altro.
Un modo di vivere diverso, un modo di vivere adatto a quei tempi.
Oggi la vita è diversa. Ma non credo sia il caso di fare paragoni col passato. E' diversa.
Che sia migliore o peggiore non ha importanza, l'importante è osservare se oggi sappiamo vivere una vita davvero migliore come immaginiamo confrontandola con passato, oppure se stiamo sprecando ancor più di loro le nostre occasioni per crescere, per alimentare la nostra coscienza.
Se pensiamo di essere più coscienti dei nostri precedenti, allora, quelle persone, hanno saputo creare qualcosa di buono, perché noi siamo i loro figli, i loro discendenti, e non ci siamo creati da soli, ci siamo creati in base a quanto loro hanno saputo darci, a quanto hanno saputo trasmetterci, a quanto hanno saputo toccarci dentro.
Noi li ricambiamo pensandoli arretrati.


martedì 16 maggio 2017

Campane tibetane, Daniela Spachtholz -



Le campane tibetane sono degli oggetti molto diversi da quanto siamo abituati a chiamare con il nome di campana, in quanto non sono appese a testa in giù e non hanno un battacchio fisso interiormente ma sono delle ciotole di metallo da utilizzare tenendole sul palmo della mano con i bordi rivolti verso l’alto o su un cuscinetto apposito.
Sono  composte da una lega di sette minerali particolari che, come ogni cosa nel mondo orientale, riconducono alla cosmologia astrale, e alla cosmologia religiosa.
Sono infatti composte da  oro (Sole) argento (Luna) rame (Venere) ferro (Marte)stagno (Giove) piombo (Saturno)e dal mercurio (Mercurio)una particolarissima lega che le rende capaci di suoni particolari che vengono definiti “terapeutici” in quanto solleticano le onde theta  ed è per questo che il loro costo è più elevato che quello delle campane prodotte in altri luoghi come il Nepal o la Cina, le cui produzioni non sono così ad alto livello sonoro.
Oggi vengono prodotte anche in Nepal ed in India ma sempre nei monasteri dove si continua la tradizione della lega dei sette preziosi minerali.
Le campane una volta fuse e raffreddate, vengono finemente cesellate a mano o decorate con mantra che risaltano su smalti spesso neri. La curiosità che forse non tutti sanno è che se la campana dovesse incrinarsi nella cottura o nell’intarsio della decorazione, non potrà più essere utilizzata perché riscaldare nuovamente quella lega significherebbe perdere la sonorità della campana stessa. Vengono quindi utilizzati gli “scarti” per forgiare molti altri tipi di manufatti ma non sicuramente un’altra campana.
Sono considerati strumenti vibrazionali perché il loro suono puro produce una vibrazione politonale (con vari toni), che va a interagire con il sistema energetico del corpo il quale si basa anch’esso su vibrazioni, come ben ci spiega al giorno d’oggi la fisica quantistica.
In Tibet o comunque nei monasteri dei Lama tibetani si utilizza la “ciotola sonora” (nome più indicato per l’oggetto in questione) solo in alcuni momenti di cerimonie importanti, dove vengono utilizzati anche altri strumenti particolari come il damaru e il Kanling. Queste  cerimonie sono pratiche di lunga vita o di richieste particolari a “divinità” che hanno un particolare influsso sul nostro sistema vibrazionale
Da parecchi anni questi strumenti che erano utilizzati solo per mantenere alte le vibrazioni nelle pratiche religiose, vengono utilizzati per altri scopi, soprattutto in pratiche olistiche e atte al benessere psicofisico dell’uomo.
Ogni ciotola sonora ha una sua particolare vibrazione e quindi un suono diverso dalle altre. Questa differenza è data dalla grandezza, dalla forma e dalla percentuale utilizzata nella lega di ognuno dei sette elementi che la compongono.
Troviamo quindi ciotole sonore di dimensioni minuscole o altre di dimensioni enormi che vengono utilizzate nei modi più disparati.
Alcuni operatori del benessere poggiano le ciotole sonore sulle persone, calibrando la grandezza della ciotola, il suo suono, il risultato che se ne vuole ottenere, e le “suonano” battendo con il battacchio su di esse. Questo è il modo più comune di utilizzare le campane tibetane, ma è una “interazione” che a mio avviso è troppo intensa e invadente per la persona che è sottoposta al trattamento. Io prediligo metodi più gentili ma che sono più efficaci a lungo termine.
Il battacchio di queste ciotole è un legno rotondo e lungo circa venti centimetri variamente intagliato con la parte finale liscia che viene tenuto nel pugno dalla parte intagliata e battuto sulla campana o ciotola per dare il caratteristico suono.
Si può anche utilizzare il battacchio in un altro modo: impugnandolo strettamente nella mano destra e facendolo passare sulla superficie esterna della ciotola producendo uno sfregamento che provoca un suono del tutto particolare e diverso da quello prodotto dal battito.
Io ho imparato ad utilizzarle nelle cerimonie accorgendomi che il solo battito sulla parte esterna della ciotola con il battacchio produceva delle “sensazioni particolari” anche all’animo umano.
In fondo era la finalità per cui le si utilizzavano anche nelle cerimonie religiose, ma estrapolando la parte religiosa del cerimoniale il suono restava comunque un ottimo interlocutore con il sistema energetico di chi avevo di fronte.
Faccio un esempio; se la persona che stava ascoltando il suono aveva dei blocchi energetici, la campana corrispondente al punto del blocco suonava male, era stonata e differiva tantissimo dal suono delle altre.
Ho inizialmente trovato molto strana questa stonatura e ho cominciato a cercare una soluzione al problema. Ho lavorato molto con i miei Maestri su questa particolarità e ho scoperto che la ciotola sonora è influenzata dalla capacità di “penetrare” nel campo vibrazionale della persone che ha attorno, per cui se trova un blocco il suono non riesce a passare e quindi torna indietro “stonando”.
Ho scoperto che per sbloccare quel punto dovevo lavorare con le altre campane che avevano riscontro sulle vibrazioni dei punti vicini a quello ostruito, così che riuscissero a sbloccare l’energia incastrata e finalmente potesse suonare bene anche quella che sembrava stonare.
Questo è il modo che utilizzo io per suonare le ciotole sonore. Una meditazione di gruppo. O anche privata, che abbia come finalità quella di sbloccare i punti “intasati” delle energie, così che ricominciando a fluire nel modo giusto possano essere di beneficio a tutto l’organismo.
Spesso dopo questo “sblocco” che io percepisco già dai suoni rinnovati e gradevoli delle campane, la persona che si è sottoposta al trattamento di meditazione scoppia in un pianto liberatorio.
Questo mi rinnova la conferma che sto lavorando nel modo giusto.
Le meditazioni con le campane tibetane si possono effettuare nel centro Naturopatico di Airuno su prenotazione.
Per informazioni Luoghi di Luce (pagina FB luoghi di luce) oppure
Luoghi del Benessere (pagina FB tecniche del benessere)
Daniela Spachtholz Master reiki, riflessologa, naturopata, esperta tecniche tibetane.




venerdì 12 maggio 2017

Medicina Ufficiale e cure alternative -



Non sono un fan della medicina, ma sono cosciente che la medicina ufficiale è sempre importante. Senza la medicina ufficiale, sono certo che le malattie sarebbero molte di più e che la vita sarebbe più breve per molti. Basta osservare le condizioni di vita dei paesi poveri, dove la medicina non è diffusa in maniera sufficiente.
Ci sono però, delle condizioni che cambiano con la coscienza delle nuove scoperte in ogni campo. Le scoperte degli ultimi anni, ci hanno offerto molte altre soluzioni ai diversi mali dell'uomo. Alcune di queste novità sono ostacolate in maniera quasi maniacale, come fossero il demonio in terra, altre sono accettate con difficoltà, ma rimane il fatto che ci sono persone che sperimentano queste novità e ne traggono vantaggio e salute.
Così come la medicina ufficiale, anche le medicine e le cure alternative, hanno delle carenze, dei limiti che non riescono a superare. Quindi considero che nessuno ha la famosa bacchetta magica per risolvere ogni problema.
Il problema vero, è che l'una tende ad escludere l'altra, creando così la condizione per chiudere le porte a ogni novità, e specialmente, alla possibilità di integrare le due vie.
La medicina ufficiale diventa una religione, e la medicina alternativa è la religione contrastante.
Ci mettiamo sempre nella condizione di dover dividere in due le cose, un dualismo che oramai dovremmo sapere che spesso è davvero dannoso per noi tutti in ogni campo.
Eppure si insiste a mantenere la propria fazione in una posizione di contrasto, creando confusione e spesso, anche risultati dannosi per qualsiasi persona che abbia bisogno di cure.
E' chiaro che non sto parlando dal punto di vista medico, perché non lo sono, ma parlo da utente e da persona che si è dedicata, e si dedica, ad alcuni sistemi di aiuto nel campo definito alternativo.
Da alcuni anni pratico su me stesso alcune tecniche innovative, come ad esempio l'EFT, Emotional Freedom Tecnique, che può apparire qualcosa di non scientifico, ma sappiate che sono state fatte diverse ricerche scientifiche in proposito e che sono state documentate come valide su diverse disfunzioni, sia fisiche che psicologiche.
Buona parte di queste medicine alternative si occupano di qualcosa che non è accettato dalla Scienza Ufficiale, ma diversi medici, specialmente in psicologia, cominciano ad utilizzarle con profitto dei loro pazienti. Il problema è che ci sono alcuni psicologi che li utilizzano e, spesso, vengono eliminati dai registri dei professionisti, mettendoli così, nell'impossibilità di operare legalmente. Un assurdo che le strutture ufficiali utilizzano per mantenere il controllo sul loro settore.
Un altro problema è che le tecniche utilizzate nei settori alternativi, spesso possono essere apprese da chi ne ha bisogno e utilizzarle senza dover ricorrere al professionista per sempre. Una volta appreso come risolvere un proprio problema, non ha bisogno di tornarci, lo fa da solo.
Questo però, per la struttura sociale in cui viviamo, è una perdita economica. Se non paghi niente, non conviene, e anche se questa visione può apparire stupida, non lo è affatto. Se la gente comincia a curarsi da sola, anche se in misura minima, si comincia a dubitare dell'esclusiva sulla medicina ufficiale, ma nessuno la vuole mettere in dubbio, si vuole soltanto evitare di doversi rimpinzare di medicine per ogni cosa, perché ci sono molte cose che possono essere curate semplicemente usando il proprio corpo e la propria mente in maniera cosciente.
Se io so come farmi passare un mal di testa senza dover ricorrere a medicine, perché non devo farlo? Se il mio mal di schiena non lo cura nemmeno la medicina, perché non devo guardare altrove per curarmi? La condanna è che non è stato dimostrato scientificamente, e quindi non valido. Ma se mi cura, cosa mi importa, da sofferente, che sia o non sia dimostrato nei laboratori scientifici?
Certo, come già detto, nessuno condanna la medicina ufficiale e grazie per la sua esistenza, ma la sua santità, il suo dogma, non hanno bisogno di esistere. Quello che deve esistere è il benessere di chi ha bisogno, e se questo lo cura un ago, una tisana o un atteggiamento mentale diverso, non dovrebbe avere tutta questa acredine da parte della medicina ufficiale.

Chi soffre non sa perché la chimica funziona, non sa perché un erba funziona, ma il proprio corpo lo sa, le proprie cellule lo sanno e la nostra mente, potendo, sceglierebbe prodotti naturali anziché chimici. Oggi non basta più dire 'l'importante è curarsi', oggi si vuole curarsi con prodotti il più naturali possibili, ma nessuno chiede che la chimica sia eliminata, tutti sappiamo che è importante e necessaria. Vogliamo solo essere più coscienti e non sentirci soltanto parte di un affare economico.  

venerdì 5 maggio 2017

Rischiamo anche di guarire -



Ci sono persone che scoprono metodi e sistemi in ogni campo, ma che non sono autorizzate dalla ufficialità del settore e vengono continuamente rinnegate con tutti i mezzi che si hanno a disposizione. Alcune di queste scoperte, dopo anni di contrasti, entrano a far parte dell'ufficialità degli stati e delle corporazioni, altre vengono negate fino a distruggere, anche fisicamente, che le ha proposte.
Viviamo in un periodo storico, dove le informazioni viaggiano molto velocemente, e chi scopre qualcosa, sperimentandolo personalmente, ne può diffondere i risultati immediatamente.
Le scoperte che sono industrializzabili, vengono generalmente accettate, e integrate nell'ufficialità, quelle invece, che prevedono un auto aiuto, senza cioè produrre materiale da vendere, vengono contrastate.
Molte di queste scoperte, si scoprirà che non sono veramente funzionali all'aiuto dell'uomo, e in genere, chi li sperimenta, lo può dire, attraverso internet, informando altri della loro inutilità. Altre, funzionano, aiutano, e lo fanno senza dover ricorrere a spese.
La tendenza ufficiale è basata sulla teoria della sperimentazione e della prova, ripetuta più volte, che ne certifichi la funzionalità, ma in molti casi, vengono messe da parte semplicemente perché considerate stravaganti, senza fondamento scientifico.
Il problema di base di queste affermazioni, non è che ci sia stata una sperimentazione, ma che a priori, si decide che non possono funzionare, e quindi condannate.
Per molte di queste scoperte, non ci sono sperimentazioni da parte dell'ufficialità, ma vengono comunque condannate e messe da parte.
Se si insiste, non si attacca più la scoperta, ma lo scopritore, fino a distruggerne l'immagine.
Ora, io non so se tutte queste novità siano davvero funzionali, ma di sicuro risulta che ci sia una specie di negazione, di rifiuto all'ufficialità delle cure imposte.
Sono continue le informazioni che indicano come molte medicine provochino più danni che benefici, e queste informazioni non sono più nascoste. L'attacco alla chemioterapia da diversi medici e ricercatori non è soltanto un desiderio di distruggere, ma sono fatti scientifici dimostrati, eppure, non si vuole nemmeno osservare se le novità proposte siano in qualche modo utili.
Si conferma, in questo modo, che oltre non ci può essere nient'altro. Si accetta di solidificare una scoperta in un eterno che nella stessa Scienza non può esistere.
Come dire, questa è la cura finale, oltre non si può andare. A meno che non sia una scoperta che renda, industrialmente, più di quella attuale.
Quello che mi dà fastidio, è che nella medicina ufficiale, ogni persona è considerata uguale.
Ma non lo siamo, ognuno di noi è diverso, anche nelle cellule.
Ognuno di noi accetta e nega una malattia in modo diverso.
Ognuno di noi è un organismo diverso, che accetta o rifiuta una medicina, e di questo non si può tenere conto perché la medicina è industrializzata.
Infondo, ci sentiamo costretti a subire le cure che ci vengono date, senza avere voce in capitolo.

Se siamo fortunati, rischiamo anche di guarire.