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lunedì 17 febbraio 2014

Condannato il blogger!


Condannato il blogger -

Un blogger condannato a un anno di reclusione per diffamazione.
I fatti.
Ha riportato alcuni fatti presi da un giornale sul suo blog, ma lui non è un giornalista. Il giornalista, anche lui denunciato, ma assolto, perché il fatto non sussiste.

Ora, sei io commento un fatto che apprendo dai giornali, online o meno, o dalla tv, o dalla radio sul mio blog, rischio una denuncia.
E a quanto pare, una condanna.
Adesso, visto che ho letto la notizia online, come faccio spesso, inserisco nel mio articolo un link che porta alla fonte della notizia che sto commentando: Il FattoQuotidiano 
Non ho letto l'articolo originale del blogger incriminato, ma stando alla sentenza ho la stessa impressione che cita l'articolo, cioè che se sei giornalista iscritto all'albo vieni assolto, se sei un commentatore senza albo, vieni condannato.
Le leggi appaiono  così contorte alla piccola logica di noi non iscritti all'albo che ogni cosa che scriviamo potrebbe essere intesa in negativo e quindi incorrere in varie disgrazie giudiziarie.
Ma se non ci possiamo permettere di commentare, o anche di criticare fatti attuali del nostro tempo, cosa possiamo fare?
Tacere?
Non interferire in nulla?
E' chiaro che non intendo che si possa andare a scrivere che tizio è colpevole se non si hanno prove, ma posso scrivere che a me appare tale?
Il mio giudizio non è di condanna, non sono un giudice che ha tutte le prove per decidere, ma un'opinione la si può esprimere liberamente senza che ci sia la paura di finire in galera?
C'è ancora libertà di opinione?
Se non c'è fatemelo sapere che smetto di scrivere, smetto di pensare, smetto di capire, smetto di cercare di spiegare a me stesso in primis cosa sto vivendo nel mio tempo e mi ritiro, silenzioso e mesto, in un monastero, possibilmente medievale, in modo che possa sentirmi in sintonia con i tempi e le leggi.

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