Qualsiasi cosa si pensa è perché è pensabile. Non esistono cose impensabili, perché essendo impensabili non ci può essere mente capace di pensarle.
Quando pensavo l'impensabile mi sono trovato nella situazione di poterlo pensare. Nel momento che il pensiero è nato, ho compreso che non era impensabile. A volte non vogliamo pensare qualcosa che potrebbe ribaltare la nostra percezione del mondo in cui viviamo, ma se facciamo uno sforzo, ci riusciamo. A volte fa male pensare ciò che pensiamo impensabile. Ma quando il pensiero si forma e si anima nella nostra mente, diventa qualcosa di fatto, di finito, di concluso. I pensieri portati al limite della percezione, diventano innaturali, diventano qualcosa che non si riesce a far aggrappare al vissuto, sono parte di un mondo che si nasconde dietro ombre oscure e quando emergono ci creano disagio. Questo disagio può essere provocato dal fatto che non includiamo questi pensieri nella nostra esistenza, vivendo, in questo modo, una vita dove ci manca proprio l'impensabile.
Certo, si raggiungono queste riflessioni se si è abituati a usare i pensieri in maniera costante, in maniera continua. Mi accade, forse, perché mi considero uno scrittore, e quando scrivo mi accorgo che la mente riesce a lacerare in qualche modo, questa ombra che tiene racchiusi tesori di pensieri. A volte sono valanghe che non riesco a contenere, e li perdo a causa della loro velocità e complessità, ma a volte, sono chiari, pensieri che spontaneamente si formano e mi lasciano il tempo di pensarli o addirittura di trascriverli.
L'Impensabile rimane comunque qualcosa che non emergerà mai in tutta la sua forza, perché è legato alla nostra mente, al come siamo fatti, alla dimensione in cui viviamo, ma si può riuscire a strapparne alcuni, che spesso, diventano parte importante della nostra stessa esistenza, pur mantenendo quell'alone di mistero che ci fa chiedere, 'ma dove sono arrivati questi pensieri'?
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