Ci sono così tante cose da apprendere che sappiamo già che il tempo che abbiamo a disposizione non sarà sufficiente in questa vita. Il mondo ha creato così tante informazioni per cui, in teoria, l'essere umano non si può annoiare. Il dolce far niente, dovrebbe essere una scelta, e non una mancanza di volontà di azione. Un libro, un documentario, una conferenza, la visita a un museo, l'incontrare persone che sanno offrirsi, e tantissime altre condizioni, ci portano a essere una mente sempre aperta, una coscienza sempre in evoluzione.
Eppure, in tutto questo, c'è chi non sa cosa fare.
Mi viene il pensiero che queste persone non è che non sanno cosa fare, non sanno come vivere.
L'interesse per qualche cosa fa parte di tutti. Il non fare niente non accade perché non si ha niente da fare, accade perché si sceglie di non fare, di non sapere, di non informarsi, nemmeno su quegli argomenti che che in qualche modo ci attirano.
E' un rifiuto della vita, un rifiuto dell'azione. Si preferisce vivere in automatico, senza interferire con il trascinamento a cui siamo sottoposti. Se non siamo noi a muoverci, ci muoviamo ugualmente, ma senza ottenere nulla. Quanto ci accade, lo consideriamo come destino e non vogliamo accettare che è una mancanza di cognizione da parte nostra. Non vogliamo comprendere che siamo noi l'azione, il fare, gli artefici di quanto ci accade, preferiamo continuare a sopravvivere fino a quando non ci renderemo conto che tutto sta per finire e che non abbiamo fatto altro che far passare il tempo, senza capire quando ci sono venute incontro le opportunità. Non mi riferisco alle opportunità tanto decantate da Internet per fare soldi, mi riferisco alle opportunità di crescerci ed evolverci fino, almeno, a vedere che qualcosa abbiamo cercato di farla.
Non lasciatevi vivere, vivete.
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