Affaccendato il faccende di vario
valore, mi sono reso conto di quanto tempo si perde in attesa.
Accendo il computer, e ci vuole tempo,
anche perché è un po' datato. Accendo lo smartphone e ci vuole il
suo tempo. Il televisore, che forse è il più veloce ad accendersi,
non ce l'ho. A volte scarico un programma, e ci vuole tempo. Apro
delle pagine in internet e a volte ci vuole tempo. Chiamo qualcuno, e
ci vuole tempo perché mica si risponde subito subito. Nemmeno io
rispondo subito, e perdo tempo. Quando faccio la spesa, perdo tempo a
osservare cose che poi non mi interessano, e perdo tempo a fare la
fila alla cassa. Perdo tempo dal dentista, però sono contento perché
ho racimolato il tanto per andarci. Perdo tempo a pensare a cosa
scrivere, perché voglio scrivere, ma non sempre il pensiero parte
con l'intenzione. Perdo tempo intanto che aspetto che la pentola
bolle per metterci la pasta, ma poi lo recupero mangiando
velocemente.
Ci sono tantissime altre attività
normali che mi portano a perdere tempo.
Eppure, sappiamo che il tempo è la
cosa più preziosa che abbiamo, perché non ritorna più, una volta
consumato, quel secondo non c'è più.
Si, sono manciate di secondi dedicate a
cose che consideriamo necessarie o quasi, ma addizionandoli, quanto
tempo sto perdendo?
Se mi siedo sul divano per rilassarmi,
senza fare altro che socchiudere gli occhi, so che non sto perdendo
tempo, perché ho fatto una scelta, ma se il tempo me lo rubano gli
oggetti, le situazioni, le scelte sbagliate, sto perdendo tempo.
Mantengo un buon atteggiamento in ogni
situazione, so che in questa società, gli oggetti, specie quelli
tecnologici, sono creati quasi con l'intenzione di farci perdere
tempo, di farci dimenticare ogni cosa per dedicarci soltanto alle
futilità della vita, tanto che ci stiamo abituando così tanto a
esse, che se ci mancano si comincia a dar fuori di testa. Pensate se
andasse via la corrente per alcune ore, se per alcune ore nessun
prodotto di comunicazione tecnologica non funzionasse più. Sarebbe
una tragedia di portata catastrofica. Niente telefonate, niente
messaggi, niente whatsapp, niente foto o video, niente internet.
Tragedia tremenda. Come si può vivere senza queste cose?
Io mi chiedo, come si può vivere con
queste cose? Come stiamo vivendo? Dove stiamo mettendo il nostro
tempo? Siamo sicuri di aver scelto tutto questo? Oppure altri, hanno
scelto per noi?
Si dice sempre che la tecnologia non si
può fermare. Perché? E' una legge divina? E' una legge della
Natura?
No, non intendo fermare la tecnologia.
Non sono contro la tecnologia, anzi la uso, in genere non sono
proprio contro niente.
A volte, osservandomi, mi rendo conto
che sono solo un osservatore. Osservo l'andare di ogni cosa, anche di
me stesso. Partecipo poco, ma ci sono. Rimango un po' laterale, non
prendo posto al centro. Il centro non lo vedo, mi appare come una
condizione di affollamento attorno a niente.
E in quel niente vedo il tempo che si
perde in niente.
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