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sabato 7 gennaio 2017
Non abbiamo votato in America -
Non seguo con attenzione la politica internazionale. Per qualche motivo, credo che ogni Nazione abbia i propri problemi e il proprio modo di vedere il suo mondo, e quindi, intervenire con giudizi dovuti al modo di vedere della mia Nazione, e trasportarla in altre, mi appare bizzarro.
Non sono in grado di dire se il governo, scelto democraticamente, in una Nazione sia meglio o peggio di quello che scegliamo noi, quando ce lo fanno scegliere. Così, questa strana polemica sulle elezioni americane, mi appare alquanto creata ad arte e senza alcuna base reale.
L'America non è Italia, e nemmeno Europa. E' una Nazione a se stante, con il suo modo di essere, con il modo di vivere degli americani, con i concetti americani, con le idee americane, con la visione del mondo americana. Possiamo sicuramente essere d'accordo o in disaccordo su molte cose, ma non credo di avere il diritto di giudicare le loro scelte politiche. Posso condannare l'America per la sua politica internazionale o per alcuni americani che sono diventati simbolo di dominio, di dittatura in altre nazioni, che contiene in sé i potenti del mondo che vogliono creare il Nuovo Ordine Mondiale, ma non sono e non voglio essere giudice delle loro scelte interne.
Se la maggioranza americana ha scelto Donald Trump come suo Presidente, lo ha fatto con idee e con pensieri che non hanno niente a che vedere con il come la pensiamo noi in una Nazione come l'Italia. Allo stesso modo, non sarebbe cambiato niente se a vincere fosse stata Hillary Clinton. Noi non abbiamo votato in America.
Ma c'è qualcosa che mi fa riflettere, qualcosa che in questi giorni si sta diffondendo in maniera sempre più accesa, ed è la presa di posizione del mondo artistico, del mondo della moda, del mondo della musica. Esimi personaggi si ergono a giudici pubblici, e condannano il Presidente americano senza possibilità di difesa. Un attore ha chiesto a Dio di farlo morire, su twitter, alcuni grandi musicisti hanno rifiutato di esibirsi durante la giornata del suo insediamento. Anche piccoli musicisti si ergono a giudici, come un gruppo di tre ragazzi italiani, che hanno dichiarato con orgoglio di aver rifiutato l'invito perché sono contro Trump, ma che faranno comunque un concerto in America a fine marzo. Rifiutano l'invito del 'padrone di casa', ma vanno a fare soldi in quella terra. La giacchina della moglie di Trunp è diventata una condanna per D&G che si sono sentiti orgogliosi di vederla indossata dalla futura Lady americana. I politici di alto rango europeo sono sul sentiero di guerra, perché Trump vuole dialogare con Putin e non deve farlo. Il perché reale però, non ce lo dicono. Il nuovo Presidente americano può esprimere opinioni non condivisibili, può anche essere visto per come ha voluto farsi vedere, cioè una specie di spaccone, ma ritengo che non sia intelligente giudicarlo dalla campagna elettorale. Ricordo le promesse di Obama, con grandi parole di pace, amore e fraternità, con un Premio Nobel anticipato perché tutti sapevano che Obama avrebbe fatto bene per l'America e per il mondo. Ma non è andata così, non è proprio andata così. Per altro, che Trump sarà o meno un grande Presidente, non può dirlo un attore qualsiasi o un cantante, o almeno, essendo l'America una Nazione ancora libera, lo può dire chiunque senza incorrere in punizioni di sorta, ma dirlo in maniera teatrale, come fosse una sentenza divina, mi appare ridicolo. Il dire che non piace non è un peccato, nemmeno un crimine, ma essere lapidari mi appare molto estremistico.
Non credo nei messia, non credo nei profeti, non credo nei super uomini. Nessuno può cambiare il mondo e farlo diventare come piacerebbe a me. Nessuno ha il potere di unire totalmente una Nazione, nessuno sarà davvero il Presidente di tutti. Nessuno risolverà la povertà nel mondo e nessuno farà cessare per sempre le guerre.
Non credo nelle fantasie, (ma mi piace scrivere fantasy,) non credo nell'evoluzione dello spirito o dell'anima come fatto totalizzante, posso crederci come fatto personale, di quelli che si applicano in questa direzione, ma la liberazione interiore non si può massificare, perché i livelli di coscienza e conoscenza degli uomini sono differenti l'uno dall'altro. E così non credo che Trump sarà un ottimo Presidente, o che lo potesse essere la Clinton, credo solo che gli americani hanno potuto scegliere, e la maggioranza ha scelto il Presidente per tutti. Questo è il rispetto che dobbiamo a quella Nazione. Auguriamoci di poter rispettare anche noi la nostra, appena possibile.
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