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venerdì 18 novembre 2016

Menti di guerra







Siamo sempre in cerca di un mondo migliore, ma non sappiamo mai dove trovarlo.
Continuiamo a giocare a questo mortale gioco che ci porta continuamente a mantenere un atteggiamento di guardia nei confronti degli altri. Viviamo in un'epoca di paura psicologica e fisica. La stessa paura che avevano i nostri nonni, quando c'era la guerra.
Ma la guerra c'è sempre stata, siamo sempre in guerra.
Ci sono solo periodi in cui alcune zone del pianeta è immune alle bombe, ma siamo sempre in guerra.
La guerra la facciamo contro chiunque, non è necessario avere un nemico di un'altra nazione.
Basta che un vicino di casa  compia un'azione che ci disturba, e siamo in guerra.
Certo, direte, ma mica ci mettiamo a sparare. Beh, a volte si, basta dare un'occhiata alla cronaca e troveremo centinaia di casi.
Ma siamo in guerra anche in famiglia, tra marito e moglie, tra genitori e figli, tra parenti.
Abbiamo sempre un sottofondo di guerra, di 'nemici' da combattere.
A volte ci scontriamo per cose così banali che se le vedessimo negli altri penseremmo subito  a quanto siano stupidi, ma se accadono a noi, diventano così importanti che non vediamo altra soluzione che combattere. E combattere, spesso, significa sconfiggere il nemico in maniera umiliante. Portarlo, chiunque sia, alla sconfitta psicologica, prima che fisica. Farlo sentire un 'verme'.
E quella è la vittoria, la soddisfazione, l'esaltazione del nostro ego più becero.
Non riusciamo a vivere senza un nemico.
Condanniamo la guerra, ci apriamo alla compassione quando guardiamo le stragi di una guerra condotta con armi micidiali, sentiamo male al cuore quando guardiamo immagini strazianti di bambini martoriati.
Eppure siamo pronti a fare altrettanto ogni volta che ci sentiamo in pericolo.
Non sappiamo accettare la pace, perché la pace non si ottiene con un trattato. La pace si ottiene soltanto incontrandola in se stessi, al di là di ogni ideologia, di ogni religione, di ogni nazionalismo.
Fermarsi a pensare, però, è troppo difficile, troppo complicato, troppa fatica far funzionare la mente e la coscienza, ed ancora più complicato è andare oltre la stessa mente e la stessa coscienza.
Più facile armarsi e combattere.
Ciò che non ci piace, deve essere distrutto.
E l'uomo non ricorda di vivere in questa condiziona mentale da migliaia di anni.

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