Infondo, scrivere rimane ancora un atto
importante.
Dopo lunghe letture che mettono a dura
prova le mie capacità di cognizione
mi ritrovo a dimostrare a me stesso
quanto ho appreso, mettendo in ordine
pensieri che ordine non hanno,
Ciò che mi ha detto Jung si scontra
con quanto asseriscono le mie cognizioni,
ed il pensiero di Krisnamurti tenta di
infiltrarsi nei meandri di una psicologia
di asserzioni ben elaborate.
“La verità è una terra priva di
sentieri”.
Tolle gli fa eco, ma non è il solo.
Maharshi non gli è da meno.
“La verità è una terra priva di
sentieri”.
Le parole del Buddha si scagliano come
pietre nel lago della tranquillità
e non è mai vero che egli pensava alla
pace della mente.
Egli pensava a ciò che non è mente,
un luogo così lontano
che anche viaggiando per una vita, non
si riesce a raggiungere.
E un altro sasso cade pesante in questo
lago di mente pensante:
“Non c'è nulla da raggiungere”.
Ad ogni viaggio piantiamo un chiodo:
arrivare.
Ma insegnano che non vi è arrivare,
solo viaggiare.
E viaggio.
Ad ogni arrivo si continua a viaggiare.
Ad ogni arrivo, non trovo mai il chiodo
che ho piantato.
Svanisce sotto l'effetto dell'essere
movimento.
Nulla è statico e nulla si ferma.
Ogni cosa è ancora qualcosa, ed ogni
qualcosa è ancora altro.
Così tra scienza e coscienza, tra
partenze e continuità,
si viaggia verso un incognito
immaginariamente costruibile,
ma mai effettivamente creato.
Non polvere nel vento, non granello di
sabbia nell'universo,
ma vento e universo.
Insignificante il significato.
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